Gioielli a ritmo di jazz

A vent'anni dalla morte di Mario Giansone (Torino, 1915-1997), eclettica e introversa personalità artistica, l'Associazione Archivio Storico Mario Giansone pubblica il volume Giansone. Sculture da indossare che esce in occasione della mostra omonima organizzata a Palazzo Madama di Torino.

L'artista ha usato la creta, per produrre bronzi; i fili di ferro e di rame, per disegnare figure stilizzate; i bulini, per incidere lastre di piombo; la cera, per modellare ideogrammi del jazz da affidare alla fonderia oppure a un orafo, per rendere anche indossabili le sue sculture, nulla concedendo alle forme e ai modelli dell'arte orafa del suo tempo, ma dando sfogo alla esaltazione della componente scultorea del gioiello. Tale componente si esprime in raffigurazioni stilizzate di orchestre jazz, racchiuse in strutture che compongono bracciali o appese a esili girocollo o, infine, espresse in una duplice rappresentazione, in rilievo e in incisione, della medesima scultura negli anelli girevoli. Nascono così i gioielli di Giansone: oltre quaranta sculture inserite in oggetti molto semplici ma spesso di raffinata eleganza, tutte raffigurazioni sempre simili nello stile ma sempre poco o tanto diverse fra loro. Quasi tutti i monili sono stati inseriti in contenitori appositamente realizzati dall'artista per ciascun gioiello, anch'essi scolpiti nei legni durissimi che era solito adoperare (mogano, azobè, paduk, palissandro, radica) ma soprattutto nel legno più raro e più difficile da lavorare: l'ebano. Il gioiello/scultura, racchiuso nel suo contenitore, diventa così, nel suo insieme, un'opera d'arte.